Il cigno sannita

Quando le differenze si rivelano un dono Falanghina: uva per lungo tempo lasciata ai margini, perché spiccatamente acida. Come il “goffo anatroccolo” della favola di Andersen, quest’uva ha spiccato il volo, diventando un bel “cigno”. Perché differenziarsi paga, anche nel mondo del vino.

La poesia del vino

Dai vigneti terrazzati dell’isola d’Ischia. La Biancolella ha un legame profondo con Pithecusa e la sua Coppa di Nestore, custode del più antico frammento di poesia greca: «Di Nestore… la coppa buona a bersi. Ma chi beva da questa coppa subito sarà preso dal desiderio d’amore per Afrodite dalla bella corona».

L’uva del Re

Omaggio alla bellezza di Lucrezia d’Alagno Alfonso d’Aragona, conquistata Napoli vi si trasferì definitivamente, innamorato della bellezza dei luoghi e della dolce Lucrezia. Sul Vesuvio trapiantò i suoi vitigni preferiti. Tra questi un’uva bianca, rotonda, dalla buccia dorata, il cui nome rievoca la sua provenienza: Catalanesca.